giovedì 29 settembre 2011

Casi clinici -3- storia di un trombamico di mezza estate

L'ultimo aspirante trombamico merita un capitolo a parte nella storia dei casi clinici.
Appartenente alla categoria dell'homo stronzus in via di evoluzione, non sapeva di trovarsi davanti all'ultimo modello di Cyborgfemmina classe A - la sottoscritta -, munita di incredibili radar antifrottole con sirena ululante, quattro ruote motrici che consentono di tenere la strada nelle pericolose curve della via dell'innamoramento, airbag di serie senza push-up e occhio da "non ti sto ascoltando mentre semini indizi sulla tua pericolosa personalità narcisistica".

Più che una storiella, sembrava la guerra dei sessi.
Chi ha vinto o chi ha perso non è importante, perché alla guerra dei sessi io non ci credo.

Il suddetto aveva iniziato a puntarmi circa un anno e mezzo prima, periodo in cui - strafidanzata - lo rifiutai senza pensarci due volte. L'insistenza nel corso del tempo, che addirittura mi aveva portata a cambiare numero di cellulare, l'educazione dell'esemplare in questione e una non trascurabile affinità elettiva mi avevano portata, al termine della relazione in questione, a farci comunque un pensierino. Il pensierino sfumò quando, dopo avermi chiesto di uscire, scoprii da una delle mie migliori amiche che il soggetto in questione si intrattaneva in settimanali lotte fra le lenzuola con lei.
Seguì silenzio stampa per diversi mesi, finché una sera, complice una serata splendida in compagnia, ci incantonammo a vicenda come due ragazzetti.

Nei giorni seguenti, dopo sms a ripetizione, ricevo una chiamata del suddetto esemplare di maschio bianco con capelli biondi stile braveheart: "Dovevo dirtelo, io mi sto vedendo anche con un'altra", frasetta alla quale diplomaticamente rispondo: "Non preoccuparti, non credevo che stessi facendo vita monacale: se le cose fra noi dovessero cambiare, conto che ne riparleremo." "Certo, mi dispiace tanto, avrei dovuto dirtelo subito, sono confuso, blablabla."
Alle parole "sono confuso" la Cyborgsirena iniziò a ululare, così annotai ogni parola del blablabla sul taccuino.

Seguirono settimane come raramente se ne vivono: sull'affinità elettiva il Cyborgradar per trombamici ci aveva visto giusto. Senonché, dopo tali settimane, le cose iniziano a imbarcarsi sull'impervia via dell'innamoramento: lui spreca i "ti amo" assumendo atteggiamenti da morosetto, io dapprima ingenuamente scivolo nel romanticismo, quindi la Cyborgsirena mi ricorda che c'è un'altra, di cui non s'è più fatto parola. Avendo già catalogato il suddetto come potenziale stronzo, interpreto il silenzio come un "non ho fatto un accidente di niente per rompere con lei prima di imboscarmi in promesse e programmi di vita insieme".
Così, alle domande "vorresti essere la mia ragazza/ ti metteresti con me?", rispondevo, con un dolce sorriso post-coitum, "Non mi sembrano domande a cui poter rispondere". Lui, con la faccia offesa, si lamenta del fatto che non prendo sul serio i suoi sentimenti. Se avessi ancora 15 anni, forse gli avrei creduto.
Quando, dopo aver dormito insieme quella stessa notte in cui il suddetto fece tali incaute proposte, l'esemplare si eclissa per due giorni - guarda caso, sabato e domenica -, ho pochi dubbi: il Cyborgradar mi informa, con luci stroboscopiche e suoneria di Indiana Jones annessa, che il demente crede di fare la combo del secolo.

Dopo un paio di domandine ben piazzate - che non riporterò qui, altrimenti qualche altro maschio bianco potrebbe essere preparato all'evento nel caso gli venissero fatte - il soggetto trovavasi ad ammettere che, in effetti, anche con l'altra stava imbastendo una relazione: badate, non una storia da amici di letto - una relazione -, è diverso.
Segue, com'è ovvio, una diplomatica e signorile spiegazione sulla Cyborgsirena che mi aveva impedito di prenderlo sul serio; lo invito quindi a riflettere sulla sostanziale differenza tra una quasi-trentenne e una quindicenne, indi la discussione termina con un "il nostro treno si ferma qui", mentre, ancora, l'esemplare ribadisce la sua confusione e chiede di aspettare finché non riesce a prendere una decisione.
E' abbastanza ovvio che il tempo per le decisioni era, a questo punto, più che precluso.

Non mi resta che narrare l'aneddoto finale: pochi giorni dopo, appare in rete una mia poesia d'amore, riesumata da un vecchio quaderno e ovviamente non dedicata a lui. Poche ore dopo, sms: "Non dirmi che le righe d'amore che hai scritto sono dedicate a me? Beninteso, ne sarei onorato... buongiorno comunque."
"O.O no, direi di no... ho mai "varcato la soglia" di casa tua? Ciao comunque."
Probabilmente offeso, risponde dopo due ore: "Ah, ecco."
Al che segue, dopo cinque ore, il mio: "Beh, dai... sarà per la prossima volta. ;) ", cui ovviamente non segue alcuna risposta.
Inutile dire che dopo varie risatine per il qui pro quo, passo la giornata pensando: "Salve, mi chiamo Lisa e sono favolosa."

Dedico questo post a tutte le Cyborgfemmine che, essendo state amanti, possono snocciolare a memoria tutte le scuse che sarebbero seguite se non avessi scaricato l'esemplare.
Ebbene, anche il genere femminile evolve: possiamo goderci splendide settimane con l'homo stronzus uscendone indenni con un "grazie e arrivederci": tutto merito dell'airbag di serie, del Cyborgradar e della Cyborgsirena.

mercoledì 28 settembre 2011

benedetto trombamico...e aspiranti

Saranno passati 10 anni, ma il primo trombamico non si scorda mai.
Nel frattempo all'orizzonte sono passati diversi aspiranti al ruolo.
Bocciati dopo qualche giro di rodaggio.
Per definizione, il trombamico è l'uomo - impresentabile a genitori e amici perché non corrisponde, per qualche ignota ragione, al target del "favoloso maschio bianco con cui intrattenersi per un periodo di tempo considerevole" -, per cui ti sei presa una cotta e con cui il sesso è fantastico.
A buoni intenditori poche parole.

Con lui andavo a prendere le birre in motorino quando ero troppo giovane per la macchina. Rollava le canne quando io non ero capace di farlo. Impresentabile ai genitori fin dall'inizio, dato che io ero minorenne e lui... non lo era più da un po'.
Nostalgia dei tempi d'oro mi spinse a fare lo stesso sbaglio a 16 anni, e a  19... e a 21... e a 24... e a 27 (forse).

Molti hanno provato a prendere il suo posto: il signor "Magico" affetto da priapismo (per chi non lo sapesse, è una malattia: a me non sembrava); il signor "rappresentante sindacale", affetto da idealismo cronico. Il signor "sto divorziando", affetto da ballonaggine acuta. Il signor scultore, affetto da moglie gelosa.
Il più recente trombamico tentò di instaurare un favoloso (nella sua testa) rapporto a tre con una signorina conosciuta da poco: credeva di fare il morosetto con entrambe... non aveva idea di avere a che fare con l'ispettore gadget. Così, una volta ammesso che già si sognava proprietario di un harem, è stato prontamente mandato a quel paese.

Ma il primo trombamico non si scorda mai. Così, quando entra nel bar sotto casa, divorziato da un anno e mezzo, affetto da delusione cronica verso le donne, gli comunichi la tua intenzione di iscirverti alla Caritas e concludi la conversazione fatta di sorrisini con un: "senti... devo scappare a casa. Mi chiami?"

Cos'avranno questi rapporti sotterranei, in cui il fuoco arde sotto le ceneri ma non si spegne..?
Forse è la precarietà del rapporto, senza possessività, a renderlo speciale?
Cos'avrà mai quest'uomo, che se 10 anni fa faceva il modello adesso lo vedo un po' rappresentante della Folletto, eppure mi pare sempre il favoloso 28enne che mi aveva fatto perdere la testa?
Ai posteri l'ardua sentenza.

martedì 27 settembre 2011

Mr Big- il primo incontro

Tutte noi abbiamo un Mr Big, accanto a tanti mister mi-sono-sbagliata. Quando ho aperto questo blog credevo, molto semplicemente, di enumerare i miei mister sbagliati: il suo fine era essere divertente. Ma ho pensato che, qua e là, rincuorarci con un Mister fosse doveroso.

Uno splendido esemplare di maschio bianco si avvicinò a me, e non era il mio ragazzo. All'epoca ero una fidanzatina fedele con gli ormoni di una ventunenne. Lui era un conoscente della famiglia del mio fidanzato. Alto, moro, con un fascino naturale e un tono di voce basso - sembrava sempre bisbigliare. La prima volta che lo vidi nella testa avevo un cinematografo in stile Satyricon di Fellini, per usare un eufemismo. Le altre cercai proprio di evitarlo come la peste: come ho detto, io ero fedele.

Lo ero?

Poverino, che aveva fatto mai...? Eravamo a una festa, mi stavo versando del caffé. Lui, alle mie spalle, mise la tazza di fianco alla mia, senza una parola.
"Per caso vuoi un po' di caffé...?" chiesi, girandomi. Ricordo che aveva una maglietta con un lupo, estremamente fuori luogo.
"Sì, grazie."
Sfacciato, pensai.
Gli versai il caffé, lui prese entrambe le tazzine, la sua e la mia, le mise sul tavolo per stringermi la mano e disse solo: "Io sono Davide."
"Lisa"
"Piacere."
Riprese la tazzina e se ne andò.
Sfacciatissimo.
Niente da fare. La buona vecchia Lisa era già K.O.

venerdì 23 settembre 2011

Prove dell'evoluzione - 1- dalla scimmia allo stronzo

Caro Darwin, cosa vuol dire "evoluzione?"
Le scimmie scesero dagli alberi, smisero di dondolarsi e di lanciarsi di ramo in ramo con la coda, lentamente si distaccarono dalle comunità di scimmie preesistenti e scoprirono la posizione eretta.Così scoprirono di poter avere un maggior numero di banane, perché con due zampe libere potevano spaccare la testa alle altre scimmie.
Diciamo che l'evoluzione è la specializzazione della razza per vivere meglio.

Così ha fatto anche l'uomo.
Dall'homo sapiens all'homo sapiens sapiens fino a una nuova razza umana, che smette di dondolarsi sul divano con la coda, la quale (coda) assume una perenne posizione eretta: trattasi dell'homo stronzus e della sua evoluzione, l'homo stronzus col botto.
Sì: se "evoluzione" vuol dire "specializzazione", anche gli stronzi evolvono: essi si adattano all'ambiente per accaparrare più patate (lo stronzus, infatti, preferisce i tuberi alle banane).

L'homo stronzus prima o poi l'abbiamo incontrato tutte: è quello che si fa sgamare quando mette un paio di corna fotoniche e, posto sotto il torchio di una donna un filo avveduta, ammette il fatto e chiede scusa; quello che ci prova anche se ha una fede di tre chili d'oro che sbrilluccica sul dito; quello che dopo tre uscite ti dice "devo essere sincero: mi vedo anche con un'altra e sono confuso".
Ovviamente questo ibrido tra uomo e stronzo non poteva sopravvivere a lungo nella giungla metropolitana: una piccola comunità di homines stronzii scoprì infatti che chiedendo scusa, dicendo "mi vedo con un'altra" e portando la fede al dito, il numero di patate inizialmente aumenta per scendere poi vertiginosamente quando, per amor di verità o a causa tortura, si trova ad ammettere l'accaduto.
Si scopre presto che le donne non amano gli stronzi: solitamente, alla loro ammissione, si scatena l'inferno.

Di qui la necessità di una ulteriore evoluzione della specie.
Lo stronzus stronzus, o homo stronzus col botto, ha una sola regola: "nega e, dove non puoi negare, menti".
Quando senti "sono divorziato", che poi diventa "sto divorziando" e infine "mi considero divorziato", solitamente sono passati dai due ai tre mesi di promesse mirabolanti, progetti per il futuro e una sfilza di regali, in cui tu hai già perso la testa. Quando senti "io non ti ho mai mentito e se ho omesso qualcosa è stato per paura di perderti", ebbene, cara amica, sappi che ti trovi davanti a uno stronzo col botto. Tipico della razza in questione è credere fermamente in ciò che dice, cosicché le donne sono spesso convinte di trovarsi di fronte a quello che dall'alba dei tempi si definisce "un romantico".

Dovremmo abbatterci noi, che ci troviamo faccia a faccia con la frontiera che trasforma l'uomo in cyborg?
Noi, testimoni di un passo epocale nell'evoluzione della specie? Davvero non possiamo che subire il fascino di tale esemplare di adorabile raccontaballe, rapite dalla maestria, dalla convinzione, studiando quell'espressione così sincera, quell'uomo così premuroso e a tratti melodrammatico con cui il sesso è fantastico?
Oppure la specie femminile evolve di conseguenza?

martedì 20 settembre 2011

Fughe- 2- mai ubriacarsi col Panchina

Cosa succede se una sera, malauguratamente, ingurgiti troppa tequila e fai gli occhi dolci al Panchina, già designato come tale a sua insaputa? Ebbene, succede che il giorno dopo il Panchina ti chiama.

Il Panchina, come insegna la mia amica Camilla, è quello che non viene chiamato in campo finché uno dei titolari non si infortuna. In poche parole, viene sempre e comunque dopo il quasi-moroso e il trombamico: è quello che chiami nei periodi di carestia e peste, quando il trombamico prova a farsi la morosa e il quasi moroso è in offesissimo silenzio stampa perché ha scoperto del trombamico.
Per una definizione di quasi-moroso, diciamo che è un contratto in prova che potrebbe diventare a tempo indeterminato: essendo noi donne metropolitane fobiche dei rapporti con l'ennesimo idiota, vogliamo assicurarci di non promettere niente finché non è passato il periodo delle stelline negli occhi in cui un uomo può farci credere pressoché qualunque cosa, compreso il fatto di essere Donald Trump.
Il trombamico non ha bisogno di definizione, è il migliore amico della donna come il barista è il migliore amico dell'uomo.

Dicevo, comunque, che quella sera stavamo festeggiando qualcosa che in questo momento non mi sovviene; mettiamo che fosse un non-compleanno. Presa dalla tequila feci gli occhi dolci al Panchina, che prontamente il giorno dopo mi invitò a fare un giretto.
Non ero nemmeno scesa dalla macchina nel luogo concordato, che il soggetto partì in quarta: "dammi un bacio... finalmente ti vedo. Tu non lo sai ma ti ho sempre amata, starei con te tutta la vita."  ...'azzzzzzz....
Soggetto, frena. Calmo. Sei il Panchina, non ti devi allargare.

Passo così una domenica pomeriggio col suddetto, con un solo pensiero in testa: "ho fatto un danno, adesso come ne esco?"
Non ne esco.
Non c'è verso di portarlo alla ragione per un'intera settimana, in cui assumo la chiusura a riccio.
Ancora una volta, si impone la fuga. Con un certo senso di colpa, ma fuga.

Morale: mai ubriacarsi col Panchina: il sorriso languido potrebbe fargli pensare a una promozione a titolare.
Sorge spontanea una domanda: è concesso al Panchina di avere dei sentimenti, o sono solo incidenti di percorso? E' nelle leggi di natura che il Panchina possa innamorarsi? E se lo fa, bisognerebbe sentirsi stronze o pensare che gli passerà?
Per fortuna c'è Isotta a rincuorarmi: "Se ribalti la situazione, quanti uomini provano a tenerci in panchina?"

lunedì 19 settembre 2011

casi clinici -2- la danza dell'amore

Cosa c'è di meglio, in un periodo di stress, dell'amico al mare?
Così pensava la mia amica Irene davanti a un aperitivo. La ricordo bene quella sera, altroché. Aveva pescato dal cappello questo biondino che aveva deciso di fare la scelta dell'eremita: viveva davanti al mare, da solo, telelavoro, sapeva cucinare e l'aveva invitata per una mini-vacanza dopo anni che non si vedevano.
"E se fosse ingrassato, se fosse diventato orrendo?" mi chiese. "Cosa ne pensi, dovrei andarci?"
Mangiucchiando la fetta d'arancia dell'aperitivo pensai cinicamente al massimo ti fai un week end al mare e torni con la tintarella... ma non lo dissi ad alta voce.
"Beh, prova... da quant'è che non vai al mare?"
"Non prendo ferie da un anno e mezzo"
"Direi che è tempo di tirare fuori il costume, bimba!"

Così, dopo quattro giorni, Irene tornò.
"Non dovevi stare via una settimana?"
"Lasciamo perdere!"
"Sushi e chiacchiera?"
Davanti a un sashimi misto (complice una settimana di pizza e patatine, eravamo assolutamente d'accordo nel non assumere carboidrati o cibi grassi di sorta) l'amica mi parlò dei giorni del terrore giacobino:
"Arrivo a casa sua alle 6 del pomeriggio, dopo 5 ore di viaggio. Neanche il tempo di farmi la doccia, aveva deciso che avrei cucinato il mio famoso vitello alle spezie. Aveva già preso gli ingredienti. Io mi sono detta: butta male!, ma non avevo ancora idea in che guaio mi stessi cacciando. Il giorno dopo sparisce tre ore e mi dice se chiama mia madre rispondi pure tu, dille che sono uscito. Se vuoi fare due passi in spiaggia sai dov'è. E lì mi ripeto: butta male.
Senonché dopo due giorni a cucinare e offrirgli gli aperitivi in spiaggia (perché il signorino dimenticava sempre il portafoglio), ovviamente non ero assolutamente nel mood giusto per andarci a letto, posto anche che il signorino lavava i denti una volta al giorno: la sera."
"Scherzi?"
"Magari."
"E non gli hai dolcemente detto che l'igiene orale è importante?"
"Con il nervoso che avevo ho solo pensato il signorino va in bianco e io vado in spiaggia."
"Mi sembra ragionevole. Insomma, un disastro?"
"Tu credi che sia finita?"
"Lo speravo"

Non era finita. La terza sera il biondino pensò bene che era giunto il tempo di darsi da fare. Complici lo scrocco dei giorni precedenti, l'alito mefitico e una Irene-massaia quantomeno inviperita, inutile dire che la signora avrebbe preferito farsi un pescatore.
Ma il gioco della seduzione di sua signoria l'eremita era appena cominciato: così, davanti a una birra e due chiacchiere, d'improvviso lui si alza e dice "Ti vedo un po' sulle tue. Ho quello che fa per te." e ammicca pure.
"Si alza dal divano e si avvicina a uno scaffale. Lì prende un incensiere da chiesa, accende del carbone e ci butta sopra un intruglio che puzzava come non so cosa."
"Cosa?"
"Sì, sì! Aspetta! Dopodiché si mette a dire delle parole strane girando intorno al tavolo, facendo dei passi strani e buttandomi 'sto fumo puzzolente addosso... io lì che non sapevo se ridere o piangere, pensavo: Irene, vai a casa, questo è matto e rischi di finire a pezzi in un cassonetto. Ma incuriosita gli domando: Scusa, cosa sarebbe tutto questo? Vengo a scoprire che è una cerimonia di Venere, così ha detto."

Immediatamente prendo il taccuino e annoto tutta la storia, provando un immenso senso di pena per Irene e i suoi giorni del terrore.
Così si concluse la danza del turibolo: lei in fuga la mattina dopo, lui provò a richiamarla, lei non rispose per settimane. Lui forse non capì, ma almeno smise di sperarci.

Da quando zolle di terra e incensi afrodisiaci con danze del tacchino annesse sono entrati a far parte della seduzione? Cos'è questa ostentazione del "sono un uomo originale" (a cui una donna sana di mente risponde: no, sei solo disturbato)?
Per quanto mi riguarda, preferisco il classico, e se proprio vuoi essere originale, comprami dei fiori: non lo fa più nessuno.

domenica 18 settembre 2011

casi clinici- capitolo primo

Salii in macchina sua con un gran sorriso: non lo vedevo da una settimana e mi era mancato terribilmente.
"Oggi sono andato in un posto speciale, ti ho preso un regalo".
Regalo! Decisamente una delle mie parole preferite.
Mi mise fra le mani un vasetto di vetro, con dentro una cosa scura. Al buio non si capiva cosa fosse, in ogni caso avevo già capito che non era il tipo di regalo che mi sarei aspettata.
"Che... cos'è?"
"E' terra."
....terra?
"Dicono che quel posto sia sacro, quindi ti ho portato un pezzo di suolo sacro"
Un sorriso, per quanto tirato, era il minimo che potessi fare, sebbene io davvero non capissi come potesse essergli venuto in mente di regalarmi della terra.

Quarto appuntamento.
Destinazione: si va all'avventura.
E ha un regalo per me.
Un vasetto con della sabbia, di una spiaggia sacra.
"Se continui così tra una settimana mi farò un giardinetto zen", dissi ridendo.

Dopo questa battuta al tritolo l'uomo scomparve, probabilmente mortalmente offeso. Si scoprì poi che aveva trovato una donna che apprezzava il suo singolare romanticismo.

Le fughe- capitolo primo

Il giorno in cui lo vidi capii subito che non avrei mai dovuto andarci a letto.
C'era qualcosa in lui che urlava "sono un imbecille". Eppure quando mi aiutò a prendere la mira con l'arco, con il viso vicino al mio, dicendomi "adesso scocca, fata Morgana", fui tentata di cambiare idea.
Devo avere sfoderato, per l'appunto, proprio quel sorriso da "via libera".

Il ragazzo in questione sembrava essere una persona normale almeno finché, al secondo appuntamento, mi presentò il suo cane. Povera bestia, nessun problema con lui, se non fosse che più che un cane era un cavallo con dei denti delle dimensioni di ciliegie. Iniziai però ad avere problemi col suo padrone, quando quel coso mi saltò addosso per farmi le feste e il signorino, dopo avermi liberata, se ne uscì con un "piaci al mio cane, mi piacerebbe presentarti ai miei genitori". Credendo fosse una battuta, risi. Non lo era. Non ho capito bene che giro abbiano fatto i suoi neuroni per creare questo collegamento cane-genitori, a dirla tutta. Ma passiamo oltre.
Come se non bastasse, poco prima di questa uscita infelice, avevamo fatto una lezioncina di tiro con l'arco, durante la quale malauguatamente misi il pide su un formicaio, trovandomi cosparsa, da capo a piedi, di formiche rosse. Non era certo la situazione più romantica del mondo per parlare di certe cose, eppure non si dava per vinto: secondo appuntamento e già c'era il famoso cappio appeso là sopra, sul soffitto, stile spada di Damocle, invitandomi a metterci la testa dentro.
"Non potrei mai vedere altre donne oltre a te, credo di starmi innamorando"
"Ci conosciamo da tre giorni..."
"Sono un romantico, fata Morgana" rispose mister occhi a cuore.
Optai per la fuga.

Tornando in macchina verso casa mi chiesi se esiste un tempo giusto per innamorarsi. Esiste un tempo giusto per dirlo? O a volte, invece, non è meglio tenere per sé certe cose?
Per quanto mi riguarda, ogni volta che sento quella frase detta anzitempo (e per me anzitempo significa "prima che sia passato un considerevole lasso di tempo in cui assicurarmi che tu non sia un ebete o un bugiardo patentato"), la fuga è l'unica cosa che mi rimane.

Intro...

E' chiaro che gli avvertimenti e le molte riflessioni sul perché non avrei dovuto aprire questo blog non sono bastati.

Nessuna delle mie amiche è fidanzata. Nemmeno io lo sono. Certo, a volte ci si prova... per brevi periodi.
Poi salta sempre fuori qualcosa. Qualcosa che non va.
Qualcuno parte in quinta al primo appuntamento; l'altro pretende di uscire con te e altre quattro, "dicendolo chiaramente", finché "non si decide"; un altro ti regala zolle di terra e si offende se non ti piacciono; c'è quello che vuole una mamma e non una fidanzata e già dalla seconda volta che vai a casa sua ti chiede se "ti secca lavargli i piatti" (di tutta la settimana).

Insomma, la vita è breve e sarebbe bello passarla senza conoscere tutti gli stronzi e gli imbecilli esistenti sulla faccia del pianeta. In caso contrario, apri un blog come ho fatto io, che almeno ti dai una sfogata.

Quante bugie, tradimenti e scoperte disarmanti abbiamo raccontato alle amiche davanti a un cocktail?
Da "piaci al mio cane, vorrei presentarti ai miei" a regali quantomeno imbarazzanti, passando per la classica confessione post-secondo mese del "sì, sono sposato ma non porto la fede".
Quante nostre bugie, tradimenti e manie abbiamo confessato dopo il secondo cocktail?
Uomini... e donne.
Entrambi un po' confusi, col divorzio a portata di mano e il letto all'occorrenza caldo.
Vogliamo davvero la storia d'amore che duri per sempre?

Sono sempre stata un'inguaribile romantica, ma quando esci con troppi uomini impari a bastare a te stessa, e ho scoperto che non è affatto male

Ho imparato da molte situazioni bislacche che le idee brillanti degli uomini sono impagabili, e a queste uscite estemporanee sarà dedicata un'intera categoria (casi clinici).
Sì, in effetti è per questo che mi hanno sconsigliato di aprirlo.
E' tuttavia anche più che evidente che non mi chiamo Lisa.
Ed è anche chiaro che, in tutto questo, anch'io sono stata innamorata.

Ma il mio Mr Big è stato l'unico a non volermi legare.
Oggi mi chiedo: è per questo che mi ha tenuta con sè così a lungo?